05 novembre 2020
Doppietta alla presenza numero 100. L'impresa riuscita ad Alvaro Morata in Ferencvaros-Juventus illustra perfettamente la capacità dell'attaccante spagnolo nell'essere decisivo nei momenti importanti. E si inserisce in una tradizione che ha visto altri grandi giocatori festeggiare bene un traguardo così prestigioso.
L'HABITAT NATURALE
«La Champions è il suo habitat naturale»: la definizione di Giorgio Chiellini a proposito dell'exploit ungherese è quanto di meglio possa descrivere la serata di Morata ed il suo percorso in due riprese nella Juventus. Perché già nella sua prima esperienza in bianconero Alvaro ha saputo fare la differenza andando in gol contro il meglio della concorrenza europea: dal Borussia Dortmund al Real Madrid, dal Barcellona al Manchester City, chiudendo con il Siviglia. Quest'anno il numero 9 ha iniziato con due doppiette, entrambe in trasferta, a Kiev e a Budapest, tale da collocarlo momentaneamente in testa alla classifica cannonieri del torneo insieme a Rashford, Jota e Haaland.
TRIPLA JOYA
Nella partita con il Ferencvaros anche Dybala è andato in rete. E se c'è da trovare un esempio di come si debba vivere la gara numero 100 con la Juve, Paulo ne è il massimo rappresentante. Facciamo un passo indietro nel tempo, torniamo a tre campionati fa, quando a Reggio Emilia contro il Sassuolo la Joya infila una tripletta che più assortita non si può: sinistro da fuori, conclusione di punta da calcio a 5 e dolcissima punizione a superare la barriera. Idealmente – e non solo – quel giorno milioni di tifosi hanno indossato la Dybala-mask...
COME IL PRIMO, PIU' DEL PRIMO
I Re del calcio sono tali anche per la perfezione che sanno creare in certi momenti. Se Cristiano Ronaldo si è meritato il titolo recentemente per i soli 126 secondi trascorsi dal suo ingresso in campo al gol in Spezia-Juventus, Platini le Roi segna alla centesima presenza in Coppa Italia contro la Sambenedettese. Ed è un duplice capolavoro: perché di reti ne mette a segno 3 in soli 20 minuti nella ripresa. E perché sembra un omaggio al suo primo centro in bianconero (nella foto), quando sempre in Coppa Italia, con il Pescara, incanta lo stadio Comunale superando il portiere dopo avere scavalcato l'intera difesa con una giocata geniale.
PIETRO E DINO
A proposito di numeri 9, anche Anastasi onora le sue prime 100 apparizioni in maglia bianconera andando in gol in Juventus-Napoli del 7 marzo 1971. I bianconeri dominano, vincono 4-1 e il centravanti della Signora ai microfoni della RAI esprime tutta la soddisfazione perché si è giocata la palla di prima e lui ha ritrovato la rete in campionato che mancava da un po'. E la rete di Pietro è davvero bellissima: cross dalla sinistra di Causio e tuffo di testa a precedere il difensore. Anche se nella porta partenopea c'è Dino Zoff, non c'è assolutamente nulla da fare. Due anni dopo, i due diventeranno compagni di squadra in bianconero, dopo esserlo già stati in Nazionale.
IL DESTRO DI JOHN
Nella foto vi è raffigurata la leggendaria coppia formata da Sivori e Charles. I due insieme hanno cose strabilianti. Ma sulla quota 100 l'argentino e il gallese si sono divisi. Omar la tocca il 22 maggio 1960 a Bari, la Juve vince 3-1 ma lui non riesce a scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori. Operazione che invece riesce a John Charles qualche giorno prima, il 10 aprile, partecipando con 2 gol al tennistico 6-2 rifilato dalla Signora al Genoa sul campo di Marassi. Entrambe le reti sono siglate di destro, a tu per tu con il portiere.
IL SOGNO DI BONIPERTI
«La Juve, il sogno della mia vita. La sognavo davvero. Perché io, che portavo all'occhiello il distintivo bianconero, avevo in quegli anni un solo desiderio: giocare una partita di serie A con la maglia bianconera. Me ne sarebbe bastata una, ero sicuro, per essere felice per sempre. È andata meglio: in campionato ne ho giocate 444». La frase è di Giampiero Boniperti. E con numeri così importanti, non deve stupire che la sua centesima gara, Juventus-Atalanta del 19 febbraio 1950, lo abbia visto andare in gol con una conclusione leggermente deviata dallo svedese Bertil Nordahl, fratello del più noto Gunnar, attaccante del Milan.